La peer education: una strategia educativa vincente


La peer education, o educazione fra pari, è una strategia educativa che coinvolge un gruppo di persone con caratteristiche simili per età, status, background ed interessi: l’aspetto innovativo è che conoscenze e competenze non vengono trasmesse in maniera verticale da un esperto esterno dotato di maggior potere ed autorità, ma da dei membri del gruppo stesso, i pari appunto. Tale comunanza e condivisione tra membri dello stesso gruppo, che diventano parte attiva nel processo di formazione reciproca, avvia un processo di comunicazione connotato da forte sintonia, partecipazione emotiva e profonda, attraverso cui sono veicolati contenuti, conoscenze ma anche atteggiamenti, comportamenti, strategie. Un intervento di peer education solitamente comprende una serie di attività strutturate o informali sviluppate in un arco di tempo piuttosto lungo; perchè sia realmente efficace i pari devono aver ricevuto preventivamente una opportuna formazione.

Utilizzata con gli adolescenti, la peer education si declina come il processo attraverso cui alcuni giovani molto motivati e ben formati intraprendono per un determinato periodo di tempo attività con i loro pari, intesi come individui simili a loro per età, interessi e background, con l’obiettivo di sviluppare le loro conoscenze, atteggiamenti, credenze e abilità e renderli responsabili della loro salute o protagonisti di processi positivi di cambiamento sociale. Nella pratica gli interventi di peer education si realizzano in piccoli gruppi o attraverso un contatto individuale, all’interno di contesti diversi come università, scuole, chiese, luoghi di lavoro, comunità, luoghi di divertimento.

Con gli adolescenti il metodo dell’educazione tra pari si rivela particolarmente indicato grazie alla notevole influenza che su di essi esercita il gruppo dei pari, orientandoli sia verso atteggiamenti sia positivi che negativi: è su questi ultimi, ovviamente che si focalizza il processo di peer education. Il gruppo rappresenta per i ragazzi un riferimento importantissimo nel processo di crescita e di conquista dell’autonomia, fornisce sostegno, protezione, rassicurazione e confronto; al suo interno essi sperimentano e consolidano la propria autoefficacia, condividono esperienze, sviluppano le capacità di socializzazione.

In questo contesto i pari sono percepiti come fonti affidabili e credibili di informazioni in aree importanti come la sessualità, l’uso delle droghe, lo studio e soprattutto sono avvertiti come non giudicanti. Difficilmente i pari sono considerati come delle figure autoritarie ansiogene che predicano su come bisogna comportarsi e che assumono un atteggiamento di giudizio e distacco, anzi con maggiore probabilità sono sentiti come degli amici più esperti che forniscono dei consigli, avendo avuto esperienze simili alle loro e conoscendo bene le questioni legate all’adolescenza.

La strategia della peer education propone di mettere in discussione il ruolo dell’adulto esperto promuovendo l’empowerment e il coinvolgimento dei ragazzi in tutte le fasi del progetto.

Dalla teoria alla pratica

Il primo passo da compiere in un percorso di educazione fra pari, fondamentale per la buona riuscita del progetto stesso, è la selezione dei peer educator all’interno del gruppo. Essi devono essere riconosciuti dal gruppo come modelli significativi e allo stesso tempo capaci di promuovere processi positivi di cambiamento. I peer educator sono tra i maggiori beneficiari dell’intervento, dal momento che il ruolo assunto rispetto ai compagni consente loro di sviluppare una maggiore maturità e senso di responsabilità; essi acquisiscono e sono a loro volta in grado di trasmettere capacità di riflessioni critiche, abilità interpersonali e di gestione efficace del potere e dei conflitti.

I momenti successivi, altrettanto importanti, sono la formazione dei peer, accompagnata e sostenuta da un monitoraggio in itinere lungo tutto il percorso, e la realizzazione delle attività, in cui il gruppo viene informato sugli obiettivi da conseguire e dotato di materiali di approfondimento e successivamente coinvolto in discussioni e altre attività interattive, sotto la supervisione degli adulti di riferimento.

La peer education nella prospettiva funzionale

L’educazione fra pari si configura come uno strumento efficace negli interventi con gli adolescenti, che è possibile potenziare lavorando sulle Esperienze di Base del Sé principalmente coinvolte nel percorso di crescita dei ragazzi.

In primo luogo gli interventi di peer education, favorendo un tipo di relazione stretta tra adolescenti, basata sulla comprensione reciproca, favoriscono l’esperienza del Contatto, inteso come empatia, cioè il sentire con l’altro, percependo la realtà proprio come se si fosse al suo posto. Essa si stabilisce all’interno di una relazione simmetrica, paritaria, in cui nessuno prevarica l’altro e permette una comprensione profonda dell’altro, senza alcun tipo di giudizio o pregiudizio. Affinchè possa essere attraversata pienamente l’esperienza del Contatto non deve subire l’interferenza di una razionalità legata a forme di condizionamento eccessive provenienti dai condizionamenti sociali e dall’educazione al controllo.

In particolare i peer hanno la possibilità di sperimentare l’esperienza del Contatto attivo, nella sua sfumatura del prendere e sedurre l’altro, suscitando il suo interesse e tirandolo dalla propria parte. I peer sviluppano la consapevolezza di rappresentare dei punti di riferimento credibili per i propri compagni, e utilizzano tale ruolo per far passare messaggi importanti, legati all’acquisizione di atteggiamenti e comportamenti positivi. Essi mettono in atto una serie di strategie per convincere i compagni, smuoverli, avvicinarli al loro punto di vista.

I rapporti tra pari, soprattutto se strutturati ed in qualche modo tutelati dagli adulti di riferimento, permettono agli adolescenti di Essere Considerati, cioè di sentirsi visti, ascoltati nei propri bisogni e in generale in tutto quello che dicono, capiti nei propri modi di vedere e ragionare e valorizzati rispetto a capacità e contenuti che portano nel gruppo. Questo grazie soprattutto alla vicinanza con cui vengono percepiti i pari e al clima favorevole e accogliente che viene creato all’interno del gruppo, presupposto fondamentale per qualsiasi intervento di educazione alla pari.

La Condivisione rappresenta un altro aspetto fondamentale all’interno del gruppo, che permette ai ragazzi di aprirsi ai compagni condividendo vissuti, emozioni, idee e progetti. Nel clima favorevole che si viene a costituire si attivano dinamiche di apertura e circolazione di stimoli, idee e spunti cui tutti prendono parte; ciascuno li sviluppa portando il proprio contributo e mostrandosi liberamente per quello che è, senza timore o vergogna. Strettamente connessa è l’esperienza della Fiducia, la possibilità di affidarsi agli altri e al gruppo dei pari, che rende possibile l’aprirsi.

Uno degli scopi principali dei progetti di educazione tra pari è quello di permettere agli adolescenti di acquistare autoefficacia, intesa come capacità di assumere un ruolo attivo e positivo nelle scelte della propria vita; in termini funzionali si tratta di consolidare l’esperienza della Consistenza. La consistenza è legata al senso del proprio valore, alla sicurezza che viene dalla sensazione di aver fatto delle buone scelte avendo acquisito una conoscenza adeguata della questione e sviluppato competenza in merito. Tale sicurezza e tale consapevolezza di sé permettono di apprezzarsi, valorizzarsi pienamente ed essere soddisfatti di quello che si sta facendo. Un’esperienza simile e analogamente stimolata nella dinamica di apprendimento attivo è quella dell’Autoaffermazione, intesa come capacità di crearsi spazio e riconoscimento, come consapevolezza di sapersi fare ascoltare dal mondo facendo valere la giustezza del proprio punto di vista e delle proprie opinioni.

Infine, il modo stesso in cui sono strutturati gli interventi di peer permette di far vivere egualmente ai ragazzi sia l’esperienza dell’Autonomia, ovvero del poter portare avanti da soli le attività, che quella dell’Essere guidati dagli adulti. Si tratta di una presenza, quella degli adulti, discreta e non intrusiva, pensata in modo da non ostacolare il processo di autonomia, ma anzi favorendolo e facendo percepire il sostegno solo se e quando necessario.